L’inizio d’anno in positivo per l’oro, sulla scia del tracollo dell’azionario cinese e per le tensioni in Medio Oriente, non cancella la perdita di interesse per il metallo giallo da parte degli investitori. Anche il 2015 si è chiuso in rosso per l’ex bene rifugio, che staziona sotto i 1.100 dollari l’oncia. I livelli record sopra i 1.900 dollari del settembre 2011 appaiono lontanissimi. Il rafforzamento del dollaro, l’assenza di inflazione a livello globale e la ripresa al rialzo dei tassi Usa sono tutti fattori che fanno perdere appeal all’oro. Le previsioni degli addetti ai lavori sono quindi ancora improntate alla massima cautela. Il consiglio degli esperti è quello di detenere una piccola quota in portafoglio, come una sorta di strumento di copertura qualora i mercati azionari dovessero avvitarsi in un spirale ribassista. La dinamica degli ultimi giorni è indicativa di questa correlazione.