Di recente, l’Associazione A.N.T.I.C.O. si è rivolta all’Associazione Bancaria Italiana – ABI con l’intento di sottoporre alcune vicende che si manifestano all’interno del sistema bancario e che impattano sull’operatività degli Operatori in Oro, con particolare riferimento all’obbligo del c.d. “conto corrente dedicato” alle sole operazioni di acquisto, vendita e permuta degli oggetti preziosi usati, così come prescritto dal D.Lgs n° 92/2017 (art. 5, comma 1).
Tanto è stato necessario alla luce delle oggettive difficoltà riscontrate dagli Operatori Compro Oro in tema di apertura dei rapporti di conto corrente per l’esercizio dell’attività specifica, nonché a seguito di provvedimenti restrittivi, disposti dagli istituti bancari, in merito alla gestione e alla tenuta di rapporti di conto corrente in essere.
Difatti, si è fatto presente all’ABI che molteplici istituti bancari, oltre a disporre provvedimenti di “chiusura conti”, manifestano con oggettiva frequenza diniego alle richieste di apertura dei conti correnti dedicati avanzate dagli Operatori Compro Oro al fine di poter operare nel pieno rispetto delle normative vigenti; fenomeno che molto spesso si verifica a causa dell’individuazione, da parte degli istituti bancari, di spie di allerta connesse agli Operatori Compro Oro, adottate in maniera del tutto ingiustificata e discriminatoria, nonché lesiva del legittimo, lecito e libero svolgimento di iniziativa di impresa e del principio di uguaglianza contemplati dalla nostra Carta Costituzionale.
Inoltre, si è osservato che le banche, sebbene siano istituti di diritto privato esercenti a pieno le facoltà riconosciute dall’ordinamento giuridico, ricoprono una funzione finanziaria fondamentale e vitale per l’economia del Paese e, dunque, la sottrazione a tale funzione cardine deve necessariamente essere fondata su ragionevoli e sostanziali motivazioni e non basata su politiche adottate tout court solo ed esclusivamente per determinate categorie di impresa, quali le aziende operanti nel comparto aurifero.
Tale principio, infatti, è stato ripreso anche dall’Unità di Informazione Finanziaria che a più riprese ha ammonito le banche per l’invio smisurato di segnalazioni su movimentazioni di contante di importo non elevato e soprattutto non adeguatamente documentate e calibrate in relazione al profilo del cliente a causa dall’eccessiva impostazione precauzionale e preventiva nei confronti del cliente.
L’Associazione A.N.T.IC.O., dunque, in qualità di ente rappresentativo degli Operatori in Oro e nell’interesse a tutelare i diritti della medesima categoria di impresa, ha sottoposto all’attenzione del Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana diverse soluzioni operative da suggerire agli istituti bancari con l’intento di invogliare gli stessi all’instaurazione di un rapporto continuativo con gli Operatori In Oro; tra queste, ad esempio, l’adozione di alternative procedure di analisi del profilo di rischio che consentano di ottenere maggiori garanzie riferite alla propria clientela.
Inoltre, sulla questione, sono state interessate anche le autorità preposte alla regolamentazione del comparto aurifero con le quali, l’Associazione A.N.T.I.C.O. ha già avviato delle consultazioni tecniche per meglio disquisire le problematiche sopra rappresentate e intraprendere eventuali azioni congiunte volte all’individuazione di soluzioni operative che forniscano maggiori garanzie alle Banche nei rapporti con gli Operatori Compro Oro.
COMUNICATO STAMPA 07-08-2019 (716.3 KiB)