La rapida e cospicua diffusione delle attività dei compro oro sul territorio nazionale per motivazioni che sono legate alla contingente necessità della popolazione di monetizzare somme di denaro immediatamente “spendibili” ha generato un alone di particolare interesse da parte dei media e dell’opinione pubblica.
Il dato relativo alla grande opportunità di guadagno legata a tale attività non è affatto sfuggito a quanti hanno voluto subito vedere un legame tra l’attività di compro oro e quelle di natura illecito-mafiosa.
La denuncia che dietro ai compro oro si nasconda una fervida e attiva azione di riciclaggio di denaro sporco e ricettazione balza quasi quotidianamente sulle varie testate giornalistiche (locali e nazionali): una notizia, questa, che ha delle radici di verità, ma che va perennemente smentita (ed è nostro preciso dovere farlo) relativamente ai dati numerici.
Abbiamo sempre sostenuto che esistono attività di natura illecita legate a questa nuova tipologia di esercizio commerciale, ma sosteniamo da sempre e con forza sempre maggiore che le generalizzazioni servono solo a creare disinformazione, a spaventare i cittadini e a danneggiare un intero settore.
Le infiltrazioni di natura criminosa sono una costante, purtroppo, riscontrabile in ogni tipologia di attività in grado di produrre movimenti di denaro e guadagni: è questo un dato su cui poco si può controbattere perché facilmente riscontrabile.
Quindi, non ci è chiaro il motivo di tanto accanimento verso la categoria dei compro oro che noi tuteliamo e difendiamo perché convinti e certi (dati alla mano) che esiste una realtà virtuosa (in percentuale, pari all’80%) che svolge correttamente la propria professione e che ha il pieno diritto di esercitarla.
Le azioni denigratorie messe in atto contro i compro oro, additati come ricettacolo di illegalità, operatori amorali e disonesti, devono anche tener conto di un aspetto che non va affatto trascurato nel momento storico che attraversiamo e che vede molti in serie difficoltà economiche.
La possibilità di vedersi corrispondere somme di denaro in cambio di monili e preziosi – spesso dimenticati sul fondo di qualche cassetto- rappresenta per molti la possibilità di fronteggiare spese che diversamente non potrebbe gestire.
Il concetto su cui bisognerebbe riflettere è proprio questo: il fatto che ci siano molti negozi disposti a comprare i nostri vecchi gioielli non è la causa della “disperazione” della gente.
Non è, certo, nemmeno la soluzione, ma offre una possibilità, quella di “fare contante” in maniera trasparente e lecita.
Perché se è vero che esistono quelli che possiamo definire “criminali” di questo settore, è vero anche che -di contro- molti sono gli operatori corretti che garantiscono trasparenza delle operazioni e tutelano, così il proprio interesse e quello del cittadino/consumatore.
Il problema vero, piuttosto, va ricondotto alla mancanza della legge ad hoc, motivazione sostanziale per la quale nasce la nostra Associazione che si caratterizza, proprio, come “associazione di promozione normativa” in quanto intende promuovere e sostenere la definizione di una normativa specifica per il settore.
Quello dei compro oro è un settore senza riferimenti certi e univoci: urge una forma di contenimento interpretativo delle norme che regolano la categoria.
Le molteplici e differenti interpretazioni che giungono dalla Questure disseminate sul territorio nazionale creano un ulteriore clima di disomogeneità e confusione: accade, quindi, che ciò che è prescritto (e, quindi, obbligatorio) per un negozio della provincia di Roma, non lo sia altrettanto per uno della provincia di Firenze.
Questa frammentarietà certo non giova agli esercenti e tantomeno ai cittadini sempre più confusi.
L’ANTICO, consapevole della vacatio legis da colmare al più presto, vuol rappresentare per i propri associati e per la categoria in generale un punto di riferimento chiaro e stabile, uno strumento che rappresenti agli occhi dei cittadini garanzia di qualità e trasparenza.
Ai fini di ciò propone da sempre ai propri affiliati modalità di gestione trasparenti anche se non previste dal Testo Unico, come l’opportunità di fotografare gli oggetti preziosi, rilasciare una ricevuta e stilare un atto di vendita.
Questi accorgimenti non sono obbligatori, ma rappresentano un vantaggio per il cittadino/consumatore che viene, così, tutelato.
La demonizzazione dell’intero settore è un’operazione che serve solo a generare tensioni e ad accrescere quel senso di intimo dispregio che serpeggia fra la gente creando, così, le condizioni per azioni che potrebbero avere conseguenze spiacevoli.
Gli attacchi sono molteplici e da più fronti, senza mai tener conto, però, anche di quello che gli operatori di compro oro subiscono in termini di rapine e furti, bersagliati quotidianamente da furfanti che “arraffano” tutto ciò che trovano e che rendono loro la vita impossibile.
A questo si aggiungano le iniziative messe in campo da movimenti sovversivi, come quelle organizzate qualche settimana fa da “Casapound” in molte regioni italiane con l’obiettivo, legittimo, di denunciare i fenomeni di illegalità nascosti dietro il settore dei compro oro, se non fosse per le modalità scelte, ancora una volta generiche e discriminanti per quella parte di operatori corretti.
E, infine, anche le “prese” di posizione della Lega Nord che –apportando come giustificazione quella flebile dei Piani Commerciali di Zona- sta impedendo l’apertura di attività di compro oro nel centro storico di alcune città del nord.
Basta, quindi, con le generalizzazioni: quello che serve, piuttosto, è creare condizioni di maggiore dialogo tra tutti gli operatori del settore, franchi sor, banchi metalli, operatori professionali in oro e associazioni che rappresentano il settore nel suo più ampio respiro, con la volontà di definire strategie e interventi a tutela di tutte le parti coinvolte.
Il Presidente ANTICO
Dott. Nunzio Ragno