Antico Associazione Nazionale Tutela IL COMPARTO ORO
Articoli Correlati
Se è vero che Trump equivale a maggior incertezza, non c’è da stupirsi del fatto che l’oro abbia rialzato la testa ogni volta che i sondaggi indicavano un recupero del candidato repubblicano, per poi cedere terreno subito dopo: una tendenza che potrebbe ragionevolmente rafforzarsi dopo le elezioni. “Una sua vittoria – spiega Lionel Melin, Senior Strategist di Lyxor – sarebbe sinonimo di ulteriore incertezza sui mercati considerando che la sua esperienza politica, capacità e obiettivi rimangono poco chiari: crediamo che l’avversione al rischio permetterà all’oro di sovraperformare e ci attendiamo un rafforzamento del prezzo dell’oncia con un ritorno ai suoi recenti massimi in area 1.335 dollari”.
“Tutte queste incertezze potrebbero portare l’oro a brillare di nuovo”, confermano da IG, aggiungendo che “Il clima di risk off dei mercati e il dollaro debole potrebbero ridare slancio alle quotazioni del metallo prezioso che, nel caso di uno scenario che preveda la vittoria Trump, potrebbero superare i massimi dell’anno e aggiornare i massimi dal 2014, a ridosso dei 1.400 dollari l’oncia”.
Oltre le elezioni Usa
Trump o no, il metallo giallo potrebbe anche avere ulteriori motivazioni per rafforzarsi nei prossimi mesi. UniCredit Research lo “vede” comunque a quota 1.350 dollari, mentre Ole Hansen di Saxo Bank rilancia ancora più in alto: “Riteniamo che l’oro abbia svariate fonti di supporto oltre alle elezioni americane, tra cui i timori di crescita dell’inflazione e l’incertezza dei mercati azionari, fattori che aiuteranno un suo rinnovato recupero che durerà anche nel 2017”, sostiene l’analista della banca danese, secondo il quale “il livello fondamentale rimane il picco di luglio, visto che una rottura al rialzo accrescerebbe il potenziale di estensione verso i 1.485 dollari l’oncia nei prossimi mesi”.
L’oro - Il Fattore Incertezza (82.7 KiB)
